Ciao Going Expat people,
Eccomi tornata dalle ferie estive. Anche quest´anno dedicate all´Italia e con tappa finale in Sicilia, a Messina, dalla mia famiglia.
La prima parte delle vacanze l’abbiamo passata a gironzolare in Puglia e con una tappa in Calabria, ma andiamo in ordine. Vi racconto tutto sul nostro on the road al sud Italia:
Puglia, Bari e Valle d´Itria
Bari si divide in cittá nuova e cittá vecchia. Avendo passato lì solo 1 notte ci siamo concentrati sulla città vecchia che ci ha completamente rapiti. Non solo è bellissima, ma anche ricca di tradizione.
Per scoprire tutto, ci siamo affidati ad un tour operator, Velo Service, abbiamo fatto un tour a piedi che includeva la parte storica culturale, ma anche quella culinaria inclusa la preparazione delle orecchiette.
Forse sapete giá quanto la cittá sia devota a San Nicola, e in pieno centro storico troviamo la Chiesa a lui dedicata. Si tratta di una Basilica e non della Cattedrale.
La leggenda narra che quando vennero portate a Bari le ossa di San Nicola, i cavalli da traino si fermarono proprio nel punto dove oggi sorge la Basilica. Probabilmente per il caldo e la stanchezza, ma i credenti lo presero come un segno divino. Era Maggio e per questo motivo in questa cittá San Nicola viene festeggiato 2 volte all´anno (a Maggio e a Dicembre)
La Cattedrale si trova poco lontana e una delle sue particolaritá é il rosone, quando la luce del sole lo colpisce, i riflessi all’interno creano esattamente lo stesso disegno che si trova sul pavimento. Quasi un effetto magico.
In piazza mercantile si trova la Colonna infame, ovvero la gogna pubblica. Una colonna, che un tempo era a ridosso delle mura della cittá e un leone, in omaggio a Venezia, ai quali venivano legati i criminali del tempo.
Non perdetevi una passeggiata sulle vecchie mura per ammirare il mare da un punto piú alto e chiaramente la via delle orecchiette, dove donne baresi fuori dalle loro case fanno e vendono la loro tipica pasta pugliese.
Un ́altra piazza che merita almeno un cenno è Piazza Albicocca, importante non solo per lo street food, ma anche come esempio di riqualificazione di una zona che viveva nel degrado. Grazie anche ad IKEA la piazza è stata rifatta, sono stati piantati ulivi e piante varie e 2 grandi panche per poter godere del cibo in relax.
Molto altro ci sarebbe da raccontare su Bari, per quello consiglio davvero di fare un tour una volta arrivati in cittá
Casamassima – l’on the road pugliese prevedeva a questo punto di spostarci verso la Valle d´Itria, conosciuta come la zona dei trulli. Andando in quella direzione ci siamo fermati a Casamassima, il Paese azzurro. Il borgo azzurro interessa solo una parte della cittadina, le aspettative erano un pó piú alte rispetto a quello che abbiamo trovato.
Ad ogni modo l’idea è davvero carina, e stando a quello che ci hanno raccontato gli abitanti del luogo, sembra ci siano dei progetti interessanti in atto. Non solo per ripitturare le case di azzurro, ma anche dare nuova vita ad un monastero, al momento in ristrutturazione, e al carcere ormai vuoto, creando rispettivamente un museo e un’area per artisti e artigiani.
Speriamo riescano a farlo presto.
Ceglie Messapica– la cittadina che ci è piaciuta di piú nella parte di Valle d´Itria che abbiamo visitato é sicuramente Ceglie.
Bianca, viva, meno turistica delle altre. Non solo chiese ma anche il castello Ducale, le porte di entrata della città e le mura tutte intorno ai colli sui quali sorge. Inoltre Ceglie è città d’arte e terra gastronomica.
Sicuramente molto piú autentica, a misura di cittadino e non di turista. Noi siamo stati fortunati perché siamo capitati nel periodo delle feste di Sant´Anna e San Rocco e l’abbiamo vista addobbata di luminarie, vestita a festa ecco!
Locorotondo e Alberobello – Se la prima ci ha incantato con il suo candore e la bellezza delle sue stradine, la seconda ci ha fatto innamorare dei trulli ma deluso per il fatto che sembra un parco divertimenti. Non fraintendetemi, non c’è nulla di male nei luoghi particolarmente turistici, e vedere tutti i trulli insieme in un villaggetto è una cosa davvero unica e bellissima, ma il fatto che il 99% di essi sia un negozio di souvenir tutti uguali è davvero disarmante.
A Locorotondo, nome dovuto al fatto che sia un ¨luogo circolare¨ abbiamo avuto anche modo di apprezzare parte della Valle d´Itria e dei suoi trulli da un punto di vista diverso, esattamente dal belvedere della Villa Comunale.
Dopo un altro passaggio in Puglia, nella zona del tarantino siamo approdati in Calabria.
Abbiamo passato lì una sola notte, troppo poco ma recupereremo.
Pizzo Calabro – pieno di chiese e palazzi, ma anche di un castello in quello che sembra essere il punto piú estremo del centro storico e dal quale si gode di un panorama stupendo sul mare. Sembra che venne qui imprigionato Gioacchino Murat. Oggi è un museo visitabile . Pizzo è famoso per la nascita del gelato al tartufo. Prende il nome del tubero per la sua forma e perché servito con una spolverata di cioccolato che ricorda il tartufo appena raccolto dalla terra.
Tropea – forse uno dei luoghi piú noti e turistici calabresi, famosa per la cipolla rossa, ma del cibo parliamo nella sezione ad esso dedicata alla fine dell´articolo. Tropea é davvero molto carina, si trova in quella che è chiamata la costa degli dei, ed è facile capirne il perché.
Chianalea di Scilla – proseguendo il viaggio verso la Sicilia, ci siamo fermati a Chianalea, a Scilla. Da qui si vede vicinissima la mia Messina con il suo pilone. Un borgo di pescatori dove il tempo si è quasi fermato. Se arrivi al momento giusto della giornata puoi vederli lavorare, riparando le barche e pescando. Un borgo tutto esteso in lunghezza, un mare di un colore indescrivibile.
Al contrario degli scorsi anni, questa volta il soggiorno in Sicilia è stato solo a Messina.
Sebbene abbiamo girato poco, siamo riusciti a goderci molte delle tradizioni tipiche della mia cittá di origine.
Infatti siamo stati lì per il ferragosto, a Messina è un evento importantissimo con la processione della Vara che rappresenta l’ascensione della Vergine Maria in cielo.
La Vara pesa un paio di tonnellate, non ha ruote e viene portata in processione a braccia dai devoti che, spingendo, camminano a piedi nudi per le vie principali della cittá, fino a piazza Duomo.
La Vara ha una struttura piramidale. Angeli da ogni lato fino ad arrivare al punto piú alto dove é rappresentato Gesú che porta la Madonna al cielo. La tradizione della Vara risale al 1500 con varie modifiche del carro, sia politiche che pratiche. Per esempio fino alla fine del 1800 gli angioletti erano bambini veri, come anche la Vergine Maria, impersonata da una ragazza. Un incidente, per fortuna senza gravi conseguenze per nessuno, fece sì che bambini e ragazza venissero poi sostituiti dalle statue, per una maggiore sicurezza.
La serata del 15 agosto si conclude con dei bellissimi fuochi d’artificio.
I Giganti – rappresentano un’altra delle tradizioni del ferragosto messinese.
Mata, donna siciliana bianca e Grifone, uomo moro e arabo, sono i fondatori della cittá. Anche loro vengono portati in processione, dal 10 al 14 agosto. Ci sono piú leggende sul loro conto, ma a me piace sempre di piú quella dell’amore fra i due protagonisti, così diversi eppure cosí simili. E mi entusiasma l’idea che la mia cittá sia stata fondata da mamma e papá appartenenti a culture diverse. Sebbene Grifone dovette convertirsi al cristianesimo per sposare Mata, ma del resto era il 950d.C.
Ultime due tappe, brevi ma intense della nostra vacanza siciliana sono state:
Guardiola di Piraino – ci troviamo in provincia di Messina, direzione Palermo, dalla guardiola si gode di uno dei più bei panorami siciliano in assoluto. Nel XVI secolo, la guardiola era una fortezza, un punto di osservazione, poi durante il periodo fascista diventó la balconata a balaustre bianche che conosciamo ora. Mancano però la volta e il cannone, distrutti alla fine del ventennio.
Catania – La tappa catanese non era in programma, ma l’abbiamo aggiunta per motivi pratici la sera prima della partenza. Non mi sento di dare particolari consigli su questa cittá, che merita tempo e conoscenza, ma vi racconto una curiositá. Il simbolo di Catania è l’elefante, in lingua locale u liotru. Troverete una grande statua dell ́animale in piazza Duomo, statua fatta in pietra lavica. Sembra che gli antichi abitanti di Catania credessero che l’elefante fosse un simbolo di protezione dalle colate dell’Etna.
Cosa mangiare:
Non é facile fare una selezione di cosa mangiare e sopratutto non me ne vogliano i vegetariani o vegani perché non sono molto ferrata dul tema dato che io mangio tutto.
In Puglia chiaramente da non perdere le orecchiette, non solo alle cime di rapa ma anche al pomodoro e ocn altre varianti anche di pesce. I panzerotti, le bombette di carne e in generale il capocollo e i biscotti cegliesi e la focaccia barese.
In Calabria oltre a gustare il tartufo, ci siamo goduti una cena di pesce spada
In Sicilia le braciole di carne o pesce spada, tipiche messinesi. Per capirci meglio sono dei tipi di involtini ripieni e cucinati in padella o meglio sulla brace. Le tradizionali sono di manzo e ripiene di mollica e formaggio, ma ci sono varianti come le eoliane con pomodorini e capperi. Per noi la colazione é granita e brioches. A CAtania é tipica la carne di cavallo,d a mangiare in qualsiasi forma.
Dove abbiamo dormito:
Per questo viaggio abbiamo scelto di alloggiare in bed and breakfast, vi riporto quelli che ci hanno colpito:
Bari – Sisters residence rooms
Ceglie Messapica – Physis B&B a casa di Clio
Tropea – A casa di alessandro
Aspettando il prossimo viaggio per potervelo raccontare vi mando un abbraccio virtuale e vi auguro un buon rientro alla vita quotidiana
A presto
Rossella